“Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20).
“Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto” (Mc 16,14).
Anche se la trasmissione della fede necessità di una testimonianza credibile, è solo attraverso l’esperienza personale che si può realmente credere.
Dalla Parola del giorno
“In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,12).
Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”. Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare (Gv 21,7).
Una fede è veramente retta quando è appassionata, cioè quando è frutto di un’esperienza d’amore ricevuto e quindi dato.